L'alfabeto etrusco
La scrittura, prima ideografica e poi sillabica, viene introdotta in Grecia fin agli inizi del II millennio a.C. Verso la fine del II millennio a.C. i Greci adottano il sistema alfabetico in seguito ai contatti commerciali con i Fenici.
Con la colonizzazione greca delle coste tirreniche meridionali anche gli Etruschi assimilano la scrittura alfabetica, adattandola alle esigenze della propria lingua, considerata non indoeuropea. Le prime attestazioni note dell'alfabeto etrusco compaiono agli inizi del VII secolo a.C. in Etruria meridionale (Tarquinia, Cerveteri): di qui l'esercizio della scrittura si diffonde ben presto in tutta l'Etruria, con differenziazioni grafiche regionali; in Etruria padana si attesta già dalla metà del VII secolo a.C. una grafia etrusco-settentrionale, che rimarca il forte legame che univa i due versanti dell'Appennino tosco-emiliano.
L'uso della scrittura rappresenta uno status symbol, in un primo momento proprio solo del ceto aristocratico; nel corso del VI secolo a.C., con l'affermazione di un ceto medio, la scrittura trova impiego su più larga scala e viene esibita su supporti di diverso genere. La nostra conoscenza della lingua etrusca si basa su brevi iscrizioni funerarie e su testi a carattere religioso e istituzionale rinvenute in santuari; la grande maggioranza delle attestazioni riportano però essenzialmente nomi propri.
Le iscrizioni di Spina
Le iscrizioni di Spina, incise o graffite, sono praticamente tutte vascolari, a carattere privato, onomastico (nomi propri), ma sono note anche dediche a divinità e alfabetari (successioni di lettere, complete o parziali).
Veneti, Celti, Italici a Spina: tanti popoli, una sola lingua.
Le diverse compagini etniche attestate a Spina utilizzano oltre alla propria anche la lingua etrusca, segno della loro integrazione nel vivace emporio adriatico. Numerosi graffiti onomastici su vasi sono infatti riferibili a personaggi veneti (Venuś Puliuś), centro-italici, umbri, piceni e falisci (Herine, Petru, Pupus, Anta), messapi (Caule) e ovviamente greci (Tychandros). Più tarda è l'attestazione di presenze celtiche (Keltie, Mutalu). I nomi individuali più diffusi hanno radici etrusche (Perkna, Lariste): sono per lo più al genitivo (possessivo) accompagnato da mi (io), riferito al vaso stesso, oppure al solo genitivo oppure al nominativo (io sono di...).
I Greci a Spina: un mercato internazionale
A Spina, come in altri empori del Mediterraneo (ad esempio Marsiglia), il greco diventa lingua comune, funzionale all'incontro incontro e allo scambio di merci e persone a vasto raggio.
I graffiti greci rappresentano circa il 30% delle iscrizioni spinetiche. Essi contengono raramente dediche e indicazioni di appartenenza, redatte probabilmente da Greci abitanti di Spina, più comunemente si tratta di sigle personali e indicazioni di carattere commerciale realizzate in Grecia, contestualmente alla produzione.
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